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Passiamo anni a ripetere costantemente le stesse azioni, in maniera meccanica, senza sentimenti. Le stesse identiche azioni che altri milioni di persone prima di noi hanno compiuto. Persino i nostri momenti migliori, li ha già vissuti qualcun altro. La vita è copypasta.

Giovedì sera, zona vecchia pescheria, centro di Rimini. Di gente ce n’è parecchia, e tutti hanno in mano un bicchiere di birra o un qualche tipo di drink più o meno alcolico. Io e lei ci facciamo strada tra la piccola folla, gustandoci il nostro cono gelato. Fuck yeah. Questo si chiama essere alternativi.

Inerzia. Vivo ad interruttore. Prima acceso poi spento. Ancora acceso e di nuovo spento. Acceso. Spento. Per la maggior parte del tempo, spento.

I feel like I’m running in place sometimes. Certi giorni sembra fin troppo vero.

Venerdì ricco di piacevoli sorprese: a partire dalla chiusura serale del parco – che ci ha permesso di cenare insieme, cosa che non avevamo modo di fare da mesi – per proseguire con un’esibizione live dei grandissimi Gattamolesta nel mezzo della quale ci siamo trovati per puro caso. E poi un lungo sabato mattina passato insieme contro ogni aspettativa; insomma un weekend decisamente sopra la media. Ora lei è a Treviso, città che fino a poche settimane fa non aveva per me nessun valore, e che ora diventerà uno dei perni della mia vita e dei miei pellegrinaggi in treno. Stasera ci si vede a Verona per cenare insieme. L’inverno non si prospetta facile, ma in un modo o nell’altro riusciremo a superarlo. Insieme.