27 Novembre

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Sono tornato da Luca. Gli abitanti del paese stanno cominciando a capire qualcosa, credo. Non so se la zia abbia parlato a qualcuno del mio arrivo, ma di certo mi hanno visto andare verso Villa Neri. Chissà cosa penseranno di me. Non parlo mai, quando sono in giro. Magari credono io sia uno psicologo, un famosissimo dottore chiamato da mia zia per guarire Luca.

Come se si potesse guarire. Non è una malattia comune, quella che l’ha colpito. Forse bisognerebbe davvero chiamare un dottore, uno di quelli bravi. Cosa posso fare, io, per lui?

Continua a non riconoscermi. Sembra che abbia quasi paura di me, ma ostenta sicurezza. D’altronde, lui è Dio. Io non sono che una delle "luride opere del demonio".

Voglio capire che cosa l’abbia ridotto in queste condizioni. Deve esserci un motivo. Ma temo che non riuscirò a ricavare molto da lui. Non direttamente. Devo chiedere a qualcuno. La zia non vuole parlare, tutte le volte si prende la testa fra le mani e comincia a piangere. Chi altri lo conosceva bene, prima che diventasse pazzo? Non posso credere che, in un paese così piccolo, nessuno lo conoscesse. Quando abitavo qui, tutti ci conoscevano, e ci salutavano chiamandoci per nome quando passavamo per strada.

Adesso, invece, se passo per strada si girano dall’altra parte. Ho notato che fanno lo stesso anche con la zia. Sembra che parlino male anche del garzone, lo guardano diffidenti. È solo paura?