24 Novembre

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Ho preso la macchina. Mi sto ancora chiedendo che cosa mi abbia spinto fino qui. Il viaggio è stato lungo, con il caldo torrido che mi impediva anche di pensare. Un clima piuttosto insolito, vista la stagione. Non ricordavo la strada: ho dovuto chiedere informazioni.

Non è cambiato molto, sembra che questa parte di mondo rimanga sempre indietro. Anche il paese è rimasto praticamente invariato: la solita manciata di misere case, la Villa Neri, come sempre, a dominare il tutto, la fontana nella piazza cittadina, un paio di negozi che prima non c’erano. L’albergo dove ho preso alloggio è ancora più squallido e cadente di quanto ricordassi. Ma forse è la memoria ad ingannarmi.

Ho incontrato mia zia. Sembrava felice di vedermi. Gli anni che sono passati non la hanno segnata più di tanto: è una stupenda donna di sessant’anni, così come era una splendida donna di quarantacinque quando l’ho vista l’ultima volta. Non ha nemmeno accennato a Luca, sembra che cerchi in tutti i modi di evitare l’argomento. Ho tempo per sapere. Nessuno mi aspetta, a casa, posso considerarla come una specie di vacanza. Forse in questo modo smetterò di odiare ogni persona che vive in questo posto, ogni casa, ogni animale, ogni oggetto, ogni singolo granello di polvere che ha la colpa di ricoprire questo luogo. Potesse la polvere inghiottire lentamente, nascostamente, giorno dopo giorno, questo schifoso ammasso di case. Certamente non ho il potere di fare ciò, ma non ho forse il diritto di sperarlo?

Il tempo non scorre. Mi è difficile stare calmo, praticamente impossibile dormire. devo togliermi questo masso che mi grava sul petto ma non posso, è notte, nessuno sarebbe disposto a darmi udienza a quest’ora. Posso aspettare fino a domani? Può farlo Luca?