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Saturday 10 July 2010

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Gli usi di Git che non ti aspetti: assieme a Wine, per aggirare la protezione di un brutto software scritto in Visual Basic. In nessun modo un’esperienza piacevole, ma comunque meno doloroso che non fare lo stesso lavoro, alla cieca, e sotto Windows.

Wednesday 16 June 2010

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Occhéi, probabilmente sono io che sto troppo a pensare alle cose… Ma se ti è stato dato il compito di scegliere la canzone per una pubblicità di assorbenti, tra tutte quelle che esistono, ne devi usare proprio una che contiene la frase “the beavers are so cute” nel testo?

Friday 11 June 2010

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A partire da oggi, kiyuko.org viene servito da un nuovo server, nello specifico una VPS acquistata presso 123Systems Solutions.

Per la prima volta da quando ho creato la prima versione del mio sito, ho accesso come root sulla macchina che lo ospita, con completo controllo sul software installato. La distribuzione, non serve nemmeno dirlo, è Debian.

Come server web ho scelto lighttpd, che si presenta come un’alternativa leggera e performante ad Apache, più adatto a un server con 256MB di RAM. La configurazione è banale, e persino la gestione di domini e sottodomini multipli si riduce alla modifica di poche righe del file di configurazione, che usa una sintassi molto simile a quella di un semplice linguaggio di programmazione, risultando quindi – almeno per me – molto più leggibile.

Uno degli scogli che mi sono trovato ad affrontare nel passaggio dal vecchio al nuovo hosting è stato la necessità di convertire le regole di rewriting. Il mio sito ne fa un uso piuttosto massiccio per cose come URL puliti, generazione dinamica dei contenuti, mantenimento della compatibilità quando le pagine vengono spostate.

Lighttpd fornisce un modulo chiamato mod_rewrite, che però risulta troppo limitato per i miei scopi; quello che ho fatto è stato utilizzare mod_magnet per passare tutte le richieste ad uno script Lua, che opera la riscrittura.

Con un po’ di lavoro, ho convertito un file .htaccess di 52 righe in un .magnet.lua di 215 righe, commenti compresi. Tutto quello che ho perso in dimensione del file l’ho guadagnato in leggibilità, visto che la sintassi compatta e criptica delle regole di rewriting di Apache ha lasciato il posto a quella tersa del Lua. E in facilità di debug: quando una regola non funziona a dovere, ora mi basta inserire una print() da qualche parte per trovarmi il messaggio relativo direttamente nel log del web server. Per uno abituato a debuggare le regole di Apache, la differenza è la stessa che c’è tra il giorno e la notte.

Insomma, sono soddisfatto del nuovo setup, anche perché dovendo tirare su il server da solo ho imparato parecchie cose delle quali, nell’ambito di un hosting tradizionale, non avrei nemmeno sentito parlare. La parte migliore: tutta questa libertà mi viene a costare meno dell’hosting con singolo account ssh che avevo prima.

Tuesday 18 May 2010

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Con chi credete di avere a che fare?!?

Ho passato quasi tutto il concerto a cercare di cogliere questa posa.

Ovviamente, l’ha fatta qualcosa come cinque volte mentre cercavo di sfilare la macchina fotografica dalla tasca dei pantaloni, e forse altre due di lì alla fine.

Ma il risultato – per il quale buona parte del merito va all’amico Dacav, che ha gentilmente fornito il template per gli occhiali – è magnifico come solo l’unione di due cose magnifiche può essere, quindi ritengo ne sia valsa la pena.

Per quanto riguarda il concerto, ci sono state ben poche pecche: un’esecuzione de “La ballata delle ossa” un po’ imprecisa e poco ispirata – ma lei dice di non averci fatto caso, quindi potrebbe essere stata la mia immaginazione; un medley in stile reggae music di vecchi pezzi che ha da una parte sorpreso e dall’altra lasciato spiazzati e non totalmente convinti; una seconda esecuzione di “Puoi dirlo a tutti” che si sarebbe potuta benissimo evitare per lasciare spazio ad un altro pezzo qualsiasi; il Tofo che sbaglia le parole delle sue stesse canzoni, ma quest’ultima è praticamente una costante e si perdona facilmente.

(Il cola & rum imbevibile non lo conto perché sono quasi sicuro che non sia colpa loro.)

Note positive: “Voglio”, “Batteri” e “La tempesta”, che in base alla mia (effettivamente limitata) esperienza non vengono suonate di frequente dal vivo; Luca scatenato sulle pelli prima, sul palco poi, sopra la testa del pubblico alla fine; performance in generale molto convincente e trascinante, come ci si aspetta dai Tre Allegri Ragazzi Morti; “La tatuata bella”, perfetto come pezzo di chiusura.

In conclusione, un bel concerto, un degno modo di festeggiare il compleanno del Velvet, e 10€ usati meglio di quelli che ho speso per andare a vedere Avatar. Nonostante la consumazione non fosse compresa.

Monday 03 May 2010

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La sensazione è quella di spendere la maggior parte del tempo a sistemare cose che non funzionano a dovere. Appena hai rimesso in sesto qualcosa, salta fuori un altro problema. Le cose utili vengono rimandate all’infinto per fare posto alle necessità del momento. È come imbarcare acqua, e cercare di salvarsi ributtandola in mare – un cucchiaino da tè alla volta.