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Wednesday 22 February 2012

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Mi è stato detto che sono una persona che si lamenta in continuazione. Ed è molto probabile che sia vero: in fondo, quando mi trovo davanti a qualcosa che non mi piace mi viene spontaneo dirlo, e ci sono tante, tante cose che non mi piacciono.

Ieri ci ho pensato un po’, e sono giunto ad una conclusione: è legittimo lamentarsi, purché non ci si dimentichi come essere felici. E se è vero che basta poco per suscitare la mia disapprovazione—del codice scritto male, un accento storto in un cartellone, ogni cosa che “sarebbe perfetta se non fosse che…”—, è anche vero che sono capace di trovare momenti di sincera felicità in cose altrettanto piccole e trascurabili—un livello ben progettato in un videogame, il discreto sorriso di una ragazza innamorata, il calore che ti investe, inatteso, quando esci di casa in un pomeriggio soleggiato di fine inverno.

Wednesday 15 February 2012

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Questo doveva essere un giorno di gioia, quello in cui avremmo festeggiato i nostri cinque anni insieme; invece, è stato soltanto l’ennesimo giorno senza di lei.

Dovrei farci l’abitudine: dovrei, ma non ci riesco.

Monday 13 February 2012

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Parliamo di un po’ di cose che ho visto o alle quali ho giocato nell’ultimo periodo. Il primo post di una serie, immagino, perché anche se non ho intenzione di fare recensioni approfondite come quelle dell’amico GODS, mi capita spesso di vedere o giocare a cose, e piano piano il materiale si accumula. Magari può anche essere una buona scusa per scrivere più di frequente.

The Legend of Zelda: Skyward Sword mi è piaciuto parecchio: non è il miglior capitolo della serie, e a mio avviso non meritava tutti i 10/10 che gli hanno assegnato sui vari siti specializzati, ma rimane comunque un gioco bello lungo, piuttosto impegnativo, e con tutti i momenti di genialità che i fan si aspettano da questa serie. Il Motion Plus richiede frequenti calibrazioni, e pretendere dal giocatore una precisione così elevata quando il controller è evidentemente non all’altezza del compito mi sembra una pessima idea, a prescindere dal fatto che i controlli motion–based mi piacciano o meno. L’assistente di turno è la più fastidiosa dai tempi di Navi, e in più parla… molto… lentamente. A livello di grafica è probabilmente quanto di meglio ci si possa aspettare dall’hardware su cui gira, ma la colonna sonora è, contrariamente a quanto la serie ci ha abituati, tutt’altro che memorabile. Insomma, non è perfetto; e nonostante questo, mi sono trovato a giocarci ogni sera, senza eccezione, fino a che non sono rimasto a corto di creature malvagie da sconfiggere.

Samurai Champloo mi è stato presentato da Katia come un anime capace di essere “figo quanto Tengen Toppa Gurren Lagann”, e partendo da una premessa simile non potevo in alcun modo non guardarlo. Giusto per intenderci, stiamo parlando di un anime ambientato nel periodo Edo che conta tra i suoi personaggi un samurai che si presenta alla folla riunita in piazza a tempo di beatbox, quindi i presupposti ci sono tutti… Purtroppo, per qualche motivo Samurai Champloo non mi ha assorbito quanto avrei voluto: saranno stati le trame che in certi momenti prendono delle svolte assolutamente prive di senso; sarà stato il fatto che, nel corso del lunghissimo viaggio intrapreso dai protagonisti, spesso persino loro sembrano dimenticare cosa li ha spinti ad attraversare il Giappone; sarà che alcuni temi e situazioni vengono ripresi così tante volte da sembrare messi lì solo per riempire qualche minuto in più; sarà che i protagonisti (soprattutto per quanto riguarda Fuu, la ragazza che costringe i samurai Jin e Mugen ad accompagnarla nel suo viaggio) non sono molto interessanti quando vengono introdotti, e nel corso della serie non crescono più di tanto. Come lati positivi ci sono disegni ed animazione di ottima qualità, scene di combattimento perfettamente coreografate e violente quanto basta, una colonna sonora hip–hop che si sposa bizzarramente bene con storie di onore, vendette e tradimenti. E ho per caso accennato ai samurai che fanno il beatbox?

Direi che per il momento mi fermo qui. Altri videogiochi e serie (animate e non) a seguire non appena mi torna la voglia, immagino.

Sunday 05 February 2012

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Neve e sabbia

Pensi a Rimini, e subito immagini sole, castelli di sabbia e ragazze in bikini; guardi fuori dalla finestra e vedi strade ghiacciate, alberi spolverati di bianco e gente che spala il vialetto di casa. Se decidi di uscire a fare due passi sulla spiaggia, può capitarti di attraversare la linea, ben definita, che separa la neve dalla sabbia.

Un tempo del genere è perfetto per lavorare ai tuoi pacchetti Debian, oppure per restare tutto il giorno pigramente nel letto, abbracciato alla ragazza che ami. Purtroppo la seconda non è un’opzione.