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Friday 25 November 2011

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Thinking of you, wherever you are…

Non sono mai stato bravo a disegnare, ma in fondo, lo stesso si può dire di una buona metà delle cose che faccio nel corso di una giornata. Per quanto riguarda il disegno, ho fatto ricorso al più banale dei trucchi, ovvero quello di usare le stick figure.

Alle medie, durante le lezioni, disegnavo enormi ambientazioni piene di trappole, armi da fuoco, veicoli: alcune delle numerose stick figure presenti sulla scena erano trapassate da punte di ferro insanguinate, altre prendevano la mira prima di sparare con un bazooka, altre ancora avevano in mano una motosega e stavano cadendo a testa in giù da un precipizio. Alle superiori sono passato a creazioni più incentrate sulla narrazione: nelle brevi strisce io e i miei compagni di classe diventavamo i protagonisti di epiche battaglie contro il male, oppure usavamo i nostri superpoteri l’uno contro l’altro per determinare a chi spettasse il titolo di campione.

Un giorno mi è venuta voglia di fare un disegno di me e lei, e ho disegnato entrambi come meglio ho potuto: ancora una volta, delle teste tonde appoggiate su corpi sottili come linee. Il semplice disegno, una volta completato, è diventato un dono per lei.

Da quel momento, quella di regalarci a vicenda disegni è diventata una specie di tradizione: spesso in occasione di compleanni o ricorrenze simili, talvolta senza altra motivazione se non il piacere di fare un piccolo dono, le nostre controparti disegnate si sono trovate nelle situazioni più disparate.

Qualche giorno fa, tra i tanti fogli impilati sulla mia scrivania, ho ritrovato un vecchio bozzetto per uno di questi disegni. Avevo pensato di pubblicarlo così com’era, ma la qualità della fotografia era veramente imbarazzante, quindi ho deciso di provare qualcosa di nuovo: usando GIMP e la fotografia come base, ho ripassato e ricolorato il disegno. Il risultato è… Non male, direi. Non peggio di quanto fossero i disegni su carta, per lo meno.

Non ricordo di preciso quando avessi fatto quel bozzetto, ma ricordo bene cosa mi passasse per la testa. Ero a Rovereto, dovevo studiare, e lei era lontana. Cercavo di concentrarmi sui libri, ma riuscivo a pensare soltanto a lei, e a quanto mi mancasse. Curioso che, dopo non so bene quanti anni, sia saltato fuori proprio in un momento in cui, ancora una volta, quegli stessi pensieri hanno il controllo quasi totale del mio cervello.