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Gli Ska-P sono molto bravi, senza dubbio, e vederli dal vivo è sempre un piacere. Però una cosa va detta: l’idea di suonare una versione ska di When the Saints Go Marching In l’avevo avuta prima io.

La cosa peggiore è l’attesa. Nel silenzio totale della notte, spezzato solo dal ticchettare della sveglia sul comodino, stare fermi ed aspettare, senza nemmeno sapere bene cosa. Immobili perché inutili. Sembra che siano passate ore e invece si è trattato soltanto di pochi minuti: finalmente qualcosa si muove, una decisione è stata presa. L’attesa è finita – si può ritornare a respirare, purché lo si faccia con discrezione.

«Se non hai voglia di fermarti al bancomat, ti posso fare un assegno. Così basta che vai allo sportello e lo incassi», propone mia madre. «Grazie, ma mi trovo meglio con il bancomat: al contrario degli impiegati, parla pressapoco il mio stesso linguaggio.» Lei ride, e io ci rimango un po’ male, perché ero assolutamente serio.

Credevo fossero modi di dire, o al limite materiale per videogiochi demenziali. Invece sabato ho lavato la macchina, e oggi è il secondo giorno di pioggia consecutivo. Che cazzo.