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Tuesday 20 November 2007

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Quando metto giù il telefono, i miei occhi sono rossi e gonfi di lacrime. Se fossi tra le sue braccia, tutto questo non mi spaventerebbe. Se lei mi tenesse la mano, sorriderei incurante di tutto il resto. Ma lei non è qui, e non può esserlo, e ci separano ancora tre giorni che sono settantadue ore che sono quattromilatrecentoventi minuti che sono duecentocinquantanovemiladuecento secondi che sono duecentocinquantanovemiladuecento pugnalate al cuore. Allora mi lavo la faccia, apro il codice del progetto, e metto su un infuso cercando di convincermi che mi farà stare meglio.

Monday 19 November 2007

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Io ci sto provando, ad essere migliore. A combattere di fronte alle difficoltà, a mettere impegno in quello che faccio. E sotto alcuni aspetti, vedo dei progressi di cui vado fiero. Ma ci sono sempre i giorni in cui ti prende lo sconforto, in cui guardi davanti a te e ti rendi conto che la strada è così fottutamente lunga che potrebbero volertici due vite solo per arrivare a metà. Giorni in cui tutto sembra andare storto, in cui vorresti solamente infilarti nel letto con le coperte fin sopra la testa e dimenticare tutto quello che sta fuori. Giorni in cui sai che da solo non ce la puoi fare.

Saturday 10 November 2007

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Un treno l’aveva portata da me giovedì sera, e un altro treno oggi me l’ha portata via. Guardo il mio minuscolo letto, e non posso fare a meno di pensare a quanto sembrerà inutilmente grande, stanotte, e terribilmente vuoto.