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Venerdì ricco di piacevoli sorprese: a partire dalla chiusura serale del parco – che ci ha permesso di cenare insieme, cosa che non avevamo modo di fare da mesi – per proseguire con un’esibizione live dei grandissimi Gattamolesta nel mezzo della quale ci siamo trovati per puro caso. E poi un lungo sabato mattina passato insieme contro ogni aspettativa; insomma un weekend decisamente sopra la media. Ora lei è a Treviso, città che fino a poche settimane fa non aveva per me nessun valore, e che ora diventerà uno dei perni della mia vita e dei miei pellegrinaggi in treno. Stasera ci si vede a Verona per cenare insieme. L’inverno non si prospetta facile, ma in un modo o nell’altro riusciremo a superarlo. Insieme.

Ero sinceramente convinto che mi ci sarei abituato. Del resto, ho sempre sostenuto la tesi che l’uomo è in grado di adattarsi a pressapoco qualsiasi cosa, e ne sono tuttora fermamente convinto. Però qui sembra non ne voglia sapere di migliorare: al contrario, ogni giorno è sempre peggio. Prendetemi a bastonate, insultatemi con tutta la rabbia che avete in corpo e fatemi camminare scalzo su un tappeto di chiodi: soltanto pochi minuti, e non sentirò più niente. Ma non costringetemi a stare lontano da lei. La sua assenza è una cosa che non riesco davvero a sopportare.

L’offerta formativa dell’Università di Trento si è rivelata deludente. Voglio dire, che fine ha fatto la specialistica in Conquista del Mondo?

Ho sempre avuto difficoltà a mantenere la concentrazione su di una singola cosa per periodi di tempo prolungati, soprattutto se la cosa in questione è terribilmente noiosa. E a quanto pare no, in questo non sono ancora cambiato.

E mi manca. E ogni istante che passo lontano da lei è inutile e doloroso. Inganno l’attesa praticando il mio nuovo passatempo preferito, quello di contare all’indietro i giorni e le ore e i minuti e i secondi che mi separano da lei. Spesso non basta, talvolta peggiora le cose; ma è tutto ciò che posso fare.