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Mi piace pensare che sia stata la cosa giusta da fare. Non ho dubbi, né rimorsi. Ma quando una storia durata cinque anni finisce, ti lascia addosso un enorme senso di vuoto, con il quale non è facile venire a patti. Abitudini, gesti quotidiani, telefonate, stupidi messaggi trovati al risveglio: tutto questo ti viene a mancare, ti fa sentire incompleto. Mi piace pensare che siamo cresciuti, che siamo più forti ora, che saremo in grado di cavarcela da soli. Abbiamo attraversato periodi difficili, mano nella mano, e stando insieme nessun ostacolo sembrava insormontabile. Non avevo bisogno di altro che di stare tra le sue braccia per sentirmi al sicuro, per vedere i miei problemi diventare insignificanti e svanire nel nulla. Ma arriva il momento in cui devi dimostrare – forse soltanto a te stesso – di essere in grado di affrontare i problemi a testa alta, contando unicamente sulle tue forze, senza l’aiuto di nessuno, e questo è quel momento. Mi piace pensare che ricorderemo tutto questo con affetto: io lo farò. E mi piace pensare che riusciremo a rimanere comunque amici, anche se so bene che sarà complicato e faticoso. Ma lei è importante per me, lo è sempre stata, e non voglio perderla.

Sento freddo. Berrò una tazza di tè bollente, anche se so che non mi scalderà. Questo freddo glaciale viene da dentro, dalle mie paure, dalle mie indecisioni, dalla mia incapacità di capire i miei stessi sentimenti. Non basterà una tazza di tè bollente per risolvere i miei problemi.

Nella mia testa, succedono cose di ogni genere. La mia mente vive anni nel futuro, la mia mente è in grado di vivere ognuna delle vite che mi lascio alle spalle ogni volta che faccio una scelta. Ma gestire la realtà, quella è tutta un’altra cosa. E a volte sembra davvero troppo per me.

La vita ha diverse dimensioni, ma siamo condannati a sceglierne una e ignorare le altre. Siamo condannati a sentire che, per bene che stiamo, la nostra scelta era quella sbagliata. Siamo condannati a vivere con qualcuno mentre giorno dopo giorno desideriamo altre persone. Siamo condannati a mentire, a dare baci freddi, a dare colpi nel buio fingendo una passione che se n’è andata da anni. Perché lo facciamo? La paura di accettare il fallimento potrebbe essere una delle ragioni.
(Efraim Medina Reyes – La sessualità della Pantera Rosa)

E, mentre io guardavo altrove, il cielo è crollato.

A molti sembrerà una cosa priva di senso, probabilmente persino ridicola. E forse lo è anche. Ma per me si tratta di una specie di traguardo. Riuscire a superare una tua paura, anche solo per una volta, anche se sai bene che si tratta di una paura irrazionale che esiste solo nella tua testa, è sempre una vittoria.

Prima di portare via i mobili dalla mia camera, ovviamente hanno liberato la scrivania, l’armadio e tutto il resto. Hanno infilato la mia roba in una mezza dozzina di scatoloni; poi mi hanno chiesto di dare un’occhiata per vedere cosa valesse la pena di tenere e cosa fosse invece il caso di buttare. Ho trovato della roba scritta anni fa e da tempo dimenticata, spartita tra mille fogli e quaderni e biglietti. Buona parte di quella roba fa schifo, qualcosa si salva, ma non è questo il punto. Rileggendola, ho provato tristezza.