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Sunday 28 May 2006
Quando una persona ti cita a memoria il codice esadecimale del colore di base del suo template, sparale un colpo in testa. Le farai solo un favore.
Wednesday 24 May 2006
Succede ancora. Che i pensieri mi si formino in testa direttamente in versi. La cosa mi preoccupa.
Wednesday 17 May 2006
Ho molti progetti in corso, in questo ultimo periodo. Ma quello a cui sto dedicando la maggior parte del mio tempo è questo stesso sito. Se vi è capitato di dare un’occhiata in giro, vi sarete resi conto che si tratta di un sito piuttosto ampio, che accoglie parecchio materiale, e che si rivela quindi sempre più difficile da gestire. Agli inizi, quando ancora era pensabile ricordare nome e contenuto di ogni singola pagina, il sito era assolutamente statico e modificato a mano. Con l’aggiunta di nuove sezioni, nuovi contenuti eccetera, ho cominciato a pensare ad un modo per diminuire il lavoro da parte mia, in modo da potermi concentrare maggiormente sul "cosa" e meno sul "come". Così ho buttato lì una decina di righe di codice PHP e il primo, rudimentale sistema di templating di questo sito era nato. Una roba semplice semplice, davvero: ma il fatto di non dover più modificare ogni singola pagina a mano ogni volta che aggiungevo un link alla barra di navigazione mi ha fatto risparmiare un sacco di tempo. Poi ho modificato il tutto in modo da poter cambiare anche il layout del sito con la stessa facilità, o per lo meno evitando le lunghe sessioni di copia-sistema-rimpiazza. Infine, ho migliorato il tutto in modo che mi permettesse di avere ogni pagina sia in italiano che in inglese, lavoro più volte iniziato ed abbandonato; un livello decente, con buona parte delle pagine disponibili sia in una lingua che nell’altra, l’ho raggiunto solo in tempi molto recenti. Ma non basta. Il mio obbiettivo è quello della totale separazione di contenuto e presentazione, mentre gli scripts attuali mi costringono a mettere un sacco di codice dove in teoria ci dovrebbe essere unicamente testo. Così qualche settimana fa mi sono messo di nuovo al lavoro: perché fa strano ammetterlo, ma in fondo il motivo che mi ha spinto a fare tutto questo, più ancora della voglia di risparmiare tempo, è che a progettare e scrivere questi scripts mi diverto troppo. Stato attuale: ho creato un meta-linguaggio di descrizione delle pagine, semplice da usare ed assolutamente indipendente da qualsiasi linguaggio di programmazione possa usare in futuro per gestire il mio sito. Il parser è già funzionante, e l’ho fatto così stronzo che al minimo errore si pianta, anche se potrebbe benissimo proseguire: ma non mi sono mai piaciuti i parser concessivi. Buona parte del sito è già stata trasferita nel nuovo formato, e sto approfittando di questa occasione per revisionare il tutto, correggere il maggior numero di errori grammaticali possibile, ed eventualmente migliorare la presentazione o la struttura di testi che non toccavo da anni. Insomma, salvo imprevisti, tra poco tempo potrò mettere il tutto online. E cominciare a pensare alla prossima versione dei miei scripts.
Monday 15 May 2006
Tra una cosa e l’altra, non avevo ancora avuto modo di dare il benvenuto
pubblico all’ultimo arrivato nella nostra ohana. Si chiama
Piki, e quanto sia tenero credo non serva
dirlo. Guardate la foto facendo click sul nome, e giudicate voi stessi.
(Direte voi, questa foto sì che meritava di finire sul blog, non
quello screenshot dell’altra volta. Avete pienamente ragione. Solo che la foto
di Piki è troppo alta e stretta, e il risultato finale nella pagina era
orrendo. Fidatevi, sennò la mettevo.)
Tuesday 09 May 2006
C’è sempre chi ha problemi più grossi dei tuoi. Sempre. Ma anche questa consapevolezza non serve a un cazzo quando stai male. (Ho bisogno di leggere. Ho bisogno di scrivere.)
Wednesday 03 May 2006
Il mio problema più grande, quello di fondo che genera probabilmente tutti gli altri, sono i dualismi. La vita è ne è piena – se non addirittura costituita. Contrariamente a qualsiasi logica, la maggior parte delle domande hanno due risposte che sono una la negazione dell’altra, e tuttavia entrambe risultano vere. Io non so come facciano gli altri, come facciate voi, a sopportare questa situazione. Probabilmente avete trovato un vostro equilibrio del cazzo e riuscite ad ignorare tutto il macello che vi circonda. Forse non lo vedete proprio, il problema. Magari. Sarei capace di uccidere in cambio della benedizione della non-conoscenza. Ma quello che sai non puoi cancellarlo nemmeno in cent’anni; una volta che la conoscenza è entrata in te, non c’è modo di liberarsene, puoi provare in qualsiasi modo, è tutto inutile. Questi dualismi mi bloccano in uno stato sospeso, nel limbo dell’indecisione perenne, un limbo dal quale si può uscire solo con una forza di volontà che non possiedo. Una volta dentro, non c’è via d’uscita. E tuttavia. Tuttavia persino questa situazione in cui mi trovo, paradossalmente, presenta un dualismo. Io voglio uscire dalla mia prigione di dubbi? Oppure mi trovo bene qui, tutto sommato, su un livello diverso da quello di tutti gli stronzi che mi vivono intorno? Se me ne fosse data la possibilità, rinuncerei davvero a tutto questo in cambio di una non-conoscenza rassicurante e priva di problemi? Queste le domande gridate nella mia testa ogni singolo istante della mia vita. Le risposte, non mi è dato saperle. Ma davvero vorrei conoscerle?