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Tuesday 21 June 2005
Quando ci siamo seduti al tavolo lei ha tirato fuori questo piccolo
contenitore, e l’ha aperto. Dentro era diviso in quattro scomparti, e ogni
scomparto era riempito per metà da una specie di gelatina multicolore. A
quel punto lei si è fatta seria.
«Io ne ho già mangiato la mia metà. Se la dividi con me,
saremo amici per sempre, e niente ci potrà separare. Vedi, ogni colore
corrisponde ad un effetto: blu, saremo sempre vicini; verde, ci aiuteremo a
vicenda; rosa, saremo sinceri; arancione, ci vorremo sempre bene. Fallo solo se
vuoi, e ricorda che una volta mangiato non si torna più
indietro.»
Mio dio, lei era così bella! Come potevo dirle di no? E poi, il fatto
che mi avesse proposto questa cosa, non voleva forse dire che anche lei mi
amava come io amavo lei, e che il suo cuore sarebbe stato mio anche se avesse
sposato quell’uomo malvagio che i suoi genitori avevano scelto per lei?
Ma forse mi sbagliavo. Forse lei mi voleva solo come amico, e non provava per
me nessun altro sentimento. Come fare per saperlo? Potevo permettermi di
legarmi a lei per tutta la vita, senza la certezza che i miei sentimenti
fossero ricambiati?
L’ho guardata di nuovo. Era seria come non l’avevo mai vista. Di qualunque
natura fossero i sentimenti che provava per me, di sicuro per lei era
importante che compissi quel gesto. Se anche non mi avesse amato, per me
sarebbe stato sufficiente esserle sempre vicino.
In un attimo ho mangiato il contenuto di quel piccolo contenitore. Poi l’ho
presa per mano, le ho sorriso e le ho detto «Vieni, Principessa, andiamo
a fare un giro.»