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E, mentre io guardavo altrove, il cielo è crollato.

A molti sembrerà una cosa priva di senso, probabilmente persino ridicola. E forse lo è anche. Ma per me si tratta di una specie di traguardo. Riuscire a superare una tua paura, anche solo per una volta, anche se sai bene che si tratta di una paura irrazionale che esiste solo nella tua testa, è sempre una vittoria.

Prima di portare via i mobili dalla mia camera, ovviamente hanno liberato la scrivania, l’armadio e tutto il resto. Hanno infilato la mia roba in una mezza dozzina di scatoloni; poi mi hanno chiesto di dare un’occhiata per vedere cosa valesse la pena di tenere e cosa fosse invece il caso di buttare. Ho trovato della roba scritta anni fa e da tempo dimenticata, spartita tra mille fogli e quaderni e biglietti. Buona parte di quella roba fa schifo, qualcosa si salva, ma non è questo il punto. Rileggendola, ho provato tristezza.

Ti senti migliore, adesso? Ti senti più forte, più grande, senti di meritare il rispetto della gente, non è vero? Ti senti più pulito, certo. Cazzate, un gran bel mucchio di cazzate. Lo sappiamo entrambi, anche se tu continui a fare finta di niente. La tua anima è nera ormai, sporca da fare schifo, e non esiste una sola possibilità al mondo che quella merda possa andare via. Certo, adesso ti sembra che tutto vada meglio. Persino la tua anima ti sembra più pulita, ti sembra di riuscire a guardarla senza sentire il bisogno di vomitare, sei convinto che con il tempo riuscirai a toglierle di dosso tutto quel lercio che la imbratta. Cazzate, un gran bel mucchio di cazzate. Lo sappiamo entrambi, anche se tu continui a fare finta di niente. La verità è che non hai scampo: per quanto tu possa desiderarlo, per quanto tu possa impegnarti, per quanto possa sembrarti di essere vicino alla meta, non riuscirai mai a raggiungerla. Né adesso, né mai. Hai già scelto la tua strada, e non si può tornare indietro. E la cosa peggiore, in tutto questo, la cosa più patetica, è che ti ostini a pensare di avere speranza. Continui a mentire a te stesso, ti ripeti che hai la forza di combattere tutto questo, che non finirai schiacciato. E anche se tutte le volte ti ritrovi a sbattere la faccia per terra, anche se ogni tentativo si rivela inutile, tu combatti imperterrito la tua ridicola guerra, come se qualcosa potesse davvero cambiare. Magari ci credi davvero. Se è così, non posso fare altro che invidiarti.

Sto cominciando a provare un odio viscerale rispetto ai linguaggi di scripting. E sì, mi riferisco anche al PHP. L’avere variabili debolmente tipizzate riduce spesso i tempi di sviluppo, ed è così pratico certe volte che ci si può fare l’abitudine. Ma se quello che stai cercando di fare è scrivere un’applicazione solida ed affidabile, allora lascia perdere tutte le comodità e stabilisci con precisione cosa deve essere di che tipo. Sempre se il linguaggio te lo consente.