Blog

Una delle cose che più mi spaventa al mondo, sono due ragazzine che avranno sì e no sedici anni. Quelle due ragazzine guardano nella mia direzione, poi si dicono qualcosa nell’orecchio e si mettono a ridere. Tornano a guardare da questa parte – forse guardano proprio me, forse qualcosa o qualcuno alle mie spalle, ovviamente non posso saperlo – e di nuovo ridono tra loro. So che è stupido, ma quelle due ragazzine mi fanno davvero paura.

Ieri sera inaspettato concerto dei Tre Allegri Ragazzi Morti al Velvet. Inaspettato nel senso che proprio non credevo di riuscire ad andarci, ma il freddo glaciale mi ha concesso questo privilegio. Grande concerto, non avevo mai sentito un singolo pezzo di questo gruppo, e ora ne sono innamorato. Fortunatamente posso contare sull’aiuto di una persona fidata per recuperare il tempo perduto.

Immagino sia il momento di tornare a scrivere. È passato un po’ di tempo dall’ultima volta, ma ben poco è cambiato. Le cose stanno andando bene, benissimo per me – per noi. E voglio pensare solo a questo, pensare solo a lei, godermi questo momento e ignorare tutto il resto. So bene che i periodi felici durano sempre troppo poco.

L’amore è una lama spietata, che conosce tanti modi diversi per lacerarti il cuore, e non si fa sfuggire una singola occasione per dimostrarlo. Lei non lo dice, ma sono stato uno stronzo. Potrei inventare un sacco di scuse, mostrare un sacco di attenuanti, forse persino convincerla, ma tutto questo non cambierebbe di una sola virgola l’essenza delle cose. Come il seguace di una qualche spietata divinità, ho sacrificato la sua anima per salvare la mia misera vita terrena. Non è così che sarebbe dovuta andare, non è così che sarebbe dovuta finire.

Visti dall’esterno, senza dubbio sembriamo due idioti. Persino a me viene da sorridere, quando ci penso. «Ce ne abbiamo messo di tempo!» dice lei. Ed è vero. Ma è stato il tempo che ci è servito, ed ora che sono qui non rimpiango un solo istante. Ognuno ha i suoi tempi, ognuno ha il suo tempo, e questo tempo è il nostro.