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Ti rendi conto di avere dei problemi quando, bloccato in una sala d’attesa, ti viene l’impulso di spostare le sedie che non rispettano il pattern rosso–verde. O quando calcoli il numero minimo di passi necessari per raggiungere il tuo scopo. O quando ti rendi conto che le sedie verdi sono una in più di quelle rosse, e quindi non potrai mai sistemarle in modo che ogni sedia sia di colore opposto a quella adiacente, e istintivamente guardi verso la finestra e ti chiedi se la segretaria noterebbe l’assenza di una sedia verde.

Inutile cercare di pensare a qualcos’altro, quando la testa è piena di lei. La cosa ovviamente non giova al progetto di sistemi operativi – che prosegue talmente a rilento da sembrare fermo – ma non riesco a fare finta che me ne importi qualcosa. E mi rendo conto che questo blog sta diventando sempre di più un inno alla sdolcinatezza e ai discorsi da ragazzina quattordicenne alla prima cotta, e mi rendo anche conto che sicuramente un giorno rileggerò questa roba e mi vergognerò di me stesso. Ma ora come ora sono fottutamente innamorato, e non riesco a fingere che mi importi qualcosa di tutto il resto.

Una delle cose che più mi spaventa al mondo, sono due ragazzine che avranno sì e no sedici anni. Quelle due ragazzine guardano nella mia direzione, poi si dicono qualcosa nell’orecchio e si mettono a ridere. Tornano a guardare da questa parte – forse guardano proprio me, forse qualcosa o qualcuno alle mie spalle, ovviamente non posso saperlo – e di nuovo ridono tra loro. So che è stupido, ma quelle due ragazzine mi fanno davvero paura.

Ieri sera inaspettato concerto dei Tre Allegri Ragazzi Morti al Velvet. Inaspettato nel senso che proprio non credevo di riuscire ad andarci, ma il freddo glaciale mi ha concesso questo privilegio. Grande concerto, non avevo mai sentito un singolo pezzo di questo gruppo, e ora ne sono innamorato. Fortunatamente posso contare sull’aiuto di una persona fidata per recuperare il tempo perduto.

Immagino sia il momento di tornare a scrivere. È passato un po’ di tempo dall’ultima volta, ma ben poco è cambiato. Le cose stanno andando bene, benissimo per me – per noi. E voglio pensare solo a questo, pensare solo a lei, godermi questo momento e ignorare tutto il resto. So bene che i periodi felici durano sempre troppo poco.