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In attesa di qualcosa di decente e fresco da leggere, o quantomeno di avere il tempo di fare un salto in libreria, parte l’operazione rilettura. Il primo libro scelto è "101 Reykjavík", sperando che nonostante il tempo passato mi piaccia ancora. Nel mio hard disk c’è una foto del bambino di Jones. E le lezioni ricominiciano l’undici Settembre – sperando non si tratti di un segno.

Vorrei poter fare un reboot della mia vita. Di solito un reboot sistema tutto.

Le cose cambiano lentamente, un poco alla volta. Certe volte penso che ci vorrebbe una svolta brusca, una rivoluzione che faccia male e modifichi tutto in un solo istante. Qualcosa di sconvolgente e definitivo.

Un pensiero che ha preso possesso della mia mente. Ed io che non riesco a capire quanto ci sia di reale e quanto di inventato in esso.

Qua si fa un gran lavorare, un gran bere, e poco altro. Sarebbe realmente una buona idea ricominciare a studiare, in modo da essere poi pronti per gli appelli di settembre. O almeno guardare se esistono davvero, gli appelli di settembre. Invece come al solito l’estate porta con sé una grande inerzia, un senso di immobilità che avvolge tutto. Pochi segni ti fanno capire che la giornata che stai vivendo non è la stessa da due mesi. Pochi segni, che spesso passano inosservati.

Di come una serie di libere e programmi liberi (Debian, GLib, GTK+, MPD) abbiano consentito di riciclare un portatile mezzo rotto e trasformarlo in un valido sostituto per un aggeggio che costa quasi ottocento euro. Scusate se è poco.